Vincenzo Torcello, Why not Utopia?

Ama l’arte! Fra tutte le menzogne è ancora quella che mente di meno.
(Gustave Flaubert)

Una nuova “review” s’impone agli occhi di chi legge, calzante, sincronica, con un orizzonte più vasto di senso che trapassa lo sguardo con la forza visionaria della creazione. Le pagine di un quotidiano sono spesso un teatro degli orrori e degli errori umani, finestra parziale e fittizia di una visione del mondo dove vengono accostati fatti che si intendono “reali”. In questo sfondo di comunicazione omologata Vincenzo Torcello crea una diversa sceneggiatura dove i personaggi e le storie vengono ricucite secondo diversi parametri di senso al servizio dell’arte, l’unica vera informazione sostenibile. A volte sono urgenze espressive di un vissuto emotivo che reclama la propria presenza, ma per lo più si tratta di un’esigenza di dialogo e mediazione simbolica con il reale che coincide con i veri bisogni dell’essere umano.

Vincenzo Torcello in questa sua nuova ricerca intraprende quindi un viaggio che lo porta a dialogare con il proprio tempo in presa diretta. Sul fiume inarrestabile della storia, l’artista “manipola” le notizie al servizio dell’ispirazione creativa, cercando armonia nelle tensioni opposte. Attraverso tale rituale il processo creativo diviene un efficace antidoto, per cui anche un giornale destinato al macero, si rivela una preziosa fonte d’ispirazione quando lascia il posto alla voce dell’artista, che riscrive un nuovo codice visivo, un inedito spartito del reale.   L’artista si muove sull’effimero dell’esistenza trovando rifugio nell’arte, un luogo di speranza attiva e risanatrice, un’oasi di pensiero libero e tollerante che bilancia la mutevole natura del mondo, dove tutto scorre e niente permane.

Torcello utilizza diverse modalità operative intervenendo sulla carta del quotidiano con la forza della materia e del colore. Egli strappa, cancella (ma cancella per evidenziare) e sovrappone anche materiali naturali tra i quali rami, lana, semi, foglie e uova uscendo dal formato di partenza che si trasforma totalmente assumendo, in alcuni esemplari, un aspetto più autonomo. Il giornale è anche una griglia che consente a Torcello vari interventi i quali, grazie alla sua sensibilità pittorica, conferiscono un valore aggiunto dato da un “fare creativo” esente da presupposti meramente concettuali.

Natura e cultura abitano la stessa dimora in uno spazio cosmico, dove i confini tra organico e inorganico sono sottili, confluiscono l’uno nell’altro, sfociano nel desiderio di porre al centro la vita e un nuovo umanesimo al servizio dell’arte e della creazione. Un’utopia? Why not utopia?

Testo critico di Stefania Carrozzini realizzato in occasione della mostra Why not Utopia? presso  MyMicroGallery  di Milano dal 21 gennaio al 10 febbraio 2016.