Paesaggi 1977

Torcello è l’amico delle vipere. Secerne in continuità il suo veleno. Soffre dunque per eccesso di secrezione delle gengive. Per questo motivo malgrado sia giovane sembra vecchio. Il suo sguardo è fisso ma sono sicuro che egli non ne soffre. È della razza dei pittori ciechi che vedono meglio di qualsiasi altro ma che hanno occultato il loro sguardo.

Delle tracce, degli atti precisati di violenza, degli stati di allergia a non so che cosa che rende il mondo attuale invivibile: nessun ricordo è perso. Delle lettere che egli mi invia per lamentarsi di ciò che farebbe la felicita degli altri: senza dubbio Torcello è per me il più importante degli amici.
La sua pittura supera il suo oggetto e di conseguenza non reclama nessun elogio. Com’è tenero questo forsennato! Farebbe fondere le sbarre di una prigione. Parlo di Torcello, le braccia larghe aperte. La distrazione è la sola scusa a non vedere. Che fortuna che ho di scorgere nella sua opera il meraviglioso: poiché il grande Icaro ha capito,  Torcello è meraviglia.  Nell’oceano dei segni che proliferano, sono certo di ritrovarne qualcuno dei suoi dopo il grande naufragio. Questa certezza è confermata dal fatto che egli non ha scelto la via delle seduzioni ma delle avventure pericolose. Gli do fiducia affinché metta in pericolo il destino.
Rendere la fuga possibile è al contrario di Cartesio e di Freud un percorso essenziale. In un lampo di luce bisogna vivere la propria notte. Il nero è l’assenza di colore dell’uomo. Vincenzo Torcello come Jean Raine sono d’accordo sul l’inutilità di un progetto. Si lascino a Dante le sue illusioni.
Tra tutti i nostri fantasmi la bruttezza è ciò che deve spaventarci di meno. La bellezza è un fattore capitale d’incidente.

Varigotti, 14 agosto 1978

IL VINO TRISTE

Il crimine è perfetto
è firmato all’alba
basta alzarsi di buon ora il mattino
piede lesto e occhio vigile
il problema crepuscolare
è di far sparire il cadavere per sempre
l’uomo è un torto
l’eliminazione gli pone dei problemi
egli rifiuta di assumere i suoi residui

Jean Raine, poema per Vincenzo Torcello, Berea agosto 1978

Inchiostro di china e pastelli su carta, 1977