Autoritratti 1974

Nella dissezione dell’uomo cerco l’energia, l’accelerazione di quest’energia dalle cause multiple quali la fuga nel progresso, l’angoscia, il magnetismo, la perdita di identità e di conseguenza una convulsione mentale e fisica.
Quest’unità di energia che è l’uomo, ha perso i suoi ritmi; vi è dunque da una parte una visione allucinatoria del mondo e dall’altra discordanze dell’immagine rassicurante che ci eravamo costruiti di noi stessi, cioè uno sconvolgimento.

Vincenzo Torcello, olio su tela, trittico,1976

Vincenzo Torcello, olio su tela, trittico,1974

L’energia che l’uomo porta a morire e disperde, sembra avergli dato il compito congeniale di dissolvere la materia, nelle sue evoluzioni, mutazioni e metamorfosi dirette alla sopravvivenza (1). Non si capisce infatti, come un organismo così caduco abbia la facoltà di sfuggire ad una realtà costringente per accedere ad una vita senza dimensioni, per scoprirsi perdutamente con stupore.
Nel prolungamento delle cose vicine e familiari, ognuno ricrea un mondo che non è deciso.

Mi interesso a ciò che mi è dato a vedere, l’inerte o il vivente. essendo l’universo psichico in perpetuo cambiamento, mi sforzo di scolpire l’inafferrabile identità che l’accelerazione rende attualmente più inafferrabile.
Da parte mia e con i mezzi più semplici, investo una sembianza di realtà con tutto il mio voler essere. Tuttavia tutto vacilla a tal punto che mi sfugge il mio corpo.
Al limite, piuttosto che accettare un mondo inaccettabile spero che l’uomo padroneggerà in un ordine futuro dei ritmi razionali ed accettabili. Sarà così superata l’angoscia di un tragico sradicamento.

(1) Variante. Le forze che l’uomo produce per vivere sono spesso degli sforzi di morte.

V.T.